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Centro Coordinamento Ciclismo Cuneo

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Un ultra ottantenne ricorda con affetto gli amici del passato ciclistico

Un ultra ottantenne ricorda con affetto gli amici del
passato ciclistico
Oggi il primo giorno dell’anno, soddisfatto del pranzo, mi adagio su una comoda poltrona e, in piena
tranquillità, sfilano nella mia mente come in un film, le immagini del passato ciclistico e, con immenso
piacere, ricordo i compagni di avventura.
I nostalgici ricordi iniziano nell’ ’80 quando, professionalmente, sono impegnato nella costruzione della
Palestra dell’ITIS e in quell’ambiente conosco Meo.
Meo durante le uscite in bici si trasforma in un fraterno amico e, la sua inalterata amicizia dura ancora oggi;
con Lui, io pianigiano per natura, scalo al mio passo tutti i valichi del circondario e Lui, mi attende in cima.
Con il continuo allenamento Meo cresce atleticamente sino a divenire, secondo il mio parere, uno dei più forti
di Cuneo e, questa indiscussa forza atletica, per me insostenibile, divide le nostre strade, ma non l’amicizia.
Nell’81, entra nella mia vita Tino, un caro personaggio all’inizio delle pedalate che, in seguito, mi offre
l’orgogliosa occasione di creare la società ciclistica “Ferramenta Ferrero” e, attingendo ai miei più profondi
ricordi, questa società ha introdotto nel mondo cicloturistico il primo “rinfresco” composto di bevande e
panini per tutti.
L’iniziale passione ha costruito un solido atleta che ama i lunghi tragitti e sovente, sulla lucente bici, va al mare,
quindi, per manifesta superiorità, le nostre strade si dividono, ma resta forte e duratura, l’amicizia che ancora
oggi ci unisce.
Dopo Meo e Tino, intavolo rapporti ciclistici con “Stellina”, una ferrea donna che non disdegna le lunghe e
faticose pedalate sulle più note vette e, sono alla sua portata il Colle della Maddalena, S.Anna di Vinadio, il
Colle della Lombarda ed il Sestriere e confesso che, in alcuni ritorni, mi ha fatto soffrire.
Ora è il momento di Pino , un giovane del mezzogiorno che per lavoro si trova a Cuneo, per me diventa più
che un amico, seguo con interesse la sua vita e ancora oggi lo tratto con affetto quasi filiale.
Pino al nostro incontro è uno sprovveduto ciclista e, le iniziali comuni sgambate, lo appassionano a tal punto
da spingerlo a gareggiare con ottenimento di corposi risultati.
Passano gli anni ed è il turno di Mario “il carusè” e con Lui arriva, il periodo delle avventure Liguri.
L’amico Mario conosce a menadito tutte le strade dell’entroterra da Finale a Sanremo e, con la sua guida
cavalchiamo, in più gite, tutti i passi dell’entroterra e, questi panoramici e piacevoli giri ancora oggi, quando
ci incontriamo, entrambi acciaccati, sono oggetto di particolareggiati ricordi.
Gli ultimi grandi exploit ciclistici li effettuo con Griffa, l’uomo che ha il merito di avermi portato in Francia.
Sono molti gli anni passati in sella con Lui, e manco a farlo apposta, anche Lui era un vero grimpeur e, nelle
nostre uscite, sceglieva sempre tracciati con abbondanti salite.
Svariate volte, con partenza ed arrivo a Tenda, si andava a Nizza attraverso il Col de Brouis, Col de Braus e Col
de Nice e immancabilmente, il ritorno a Tenda, avveniva lungo la rivierasca ed ondulata strada che passa da
Montecarlo, Mentone e Ventimiglia.
Le varianti del giro di Nizza avvenivano sempre all’andata poiché, alle volte, si scendeva sino Oliveta S.
Michele prima di affrontare le salite e, in altre occasioni, si è scalato il lungo Col de Turinì.
Ricordo con intenso piacere, la pedalata “Savona –Sanremo” fatta sul tracciato della classica “Milano –
Sanremo”, giro prolungato sino a Ventimiglia per usufruire del ritorno in treno.
A livello personale merita particolare attenzione Lino, un compagno di viaggi da me ammirato perché
visivamente andava in salita come in pianura, fermo in sella e stile perfetto, nessun dondolamento e nessuna
apparente fatica mentre io, avevo il fiato corto.
Oltre ad essere un amico Lino è un dottore e, durante le nostre escursioni si è accorto di alcune difficoltà a cui
io, non davo peso.
In modo disinteressato, mi ha consigliato e guidato in passaggi ospedalieri, sfocianti in operazione chirurgica.
A Lui, con infinita gratitudine accredito gli ultimi 8 anni della mia vita. Grazie Lino!
Durante il percorso ciclistico non solo questi 7, hanno inciso i miei ricordi ma un ringraziamento lo rivolgo
ad Adriano, Benito, Dino, Donato, Giancarlo e Giuseppe con cui ho chiuso il ciclo ciclistico da leone e, con vero
rincrescimento, per avermi lasciato anzitempo, rammento: Giovanni, Vanni, Carlo e Griffa che nelle eteree
vie del cielo mi attendono per continuare le amate e battagliate pedalate.
L. Garro
Cuneo, 01/01/2016
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Aggiunto il: 01 gennaio 2016
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